Diverse specie del genere Curcuma contengono turmerina, oli essenziali e curcuminoidi, di cui la curcumina è generalmente considerato il costituente più attivo. La curcumina può essere somministrata come curcuma, concentrati di curcuma, o curcuminoidi essenzialmente puri. Sfortunatamente, tutte queste sostanze vengono chiamate “curcumina”, e causano molta confusione, non solo in letteratura ma anche nel consumatore. La curcumina è liposolubile e quindi il consumo con un pasto grasso ne migliora l’assorbimento. La poca solubilità della curcumina, il suo scarso assorbimento nella forma libera nel tratto gastrointestinale e la sua rapida biotrasformazione a metaboliti inattivi ne limitano notevolmente la sua utilità come agente di promozione della salute e integratore alimentare. 1.
I recenti progressi nelle micro- e nano-formulazioni di curcumina, oppure l’aggiunta di piperina sembrano migliorarne notevolmente l’assorbimento che porta a livelli ematici desiderabili. Ciò ha reso possibile, negli ultimi anni di ipotizzare l’uso della curcumina in una più ampia gamma di potenziali applicazioni, inclusa la gestione del dolore e come protezione dei tessuti. 2. Nel tratto gastrointestinale, la curcumina si lega strettamente al muco, e viene trasportata nelle cellule epiteliali 3, dove viene metabolizzata a diidrocurcumina, tetraidrocurcumina, esaidrocurcumina e ottaidrocurcumina 4.
La curcumina e i suoi metaboliti sono soggetti a un ulteriore metabolismo da parte del microbioma intestinale nel colon 5. I composti della curcumina assorbiti vengono ulteriormente metabolizzati dagli epatociti, ed entrano in circolazione, aderendo fortemente alle proteine, principalmente all’albumina. La curcumina possiede molte proprietà biologiche. Essa ha azione antinfiammatoria, antiossidante ed immunomodulatoria. Dati di letteratura riportano inoltre azioni antibatteriche, antimicotiche, antivirali e regolatrici del metabolismo.
La curcumina può essere benefica e esibire azioni terapeutiche anche in caso di condizioni di epatotossicità, cardiotossicità, nefrotossicità, fibrosi polmonare, malattia infiammatoria intestinale, ulcere, e resistenza multipla ai farmaci 6. Sebbene la bassa biodisponibilità sistemica della curcumina in seguito a somministrazione orale possa limitarne l’accesso a concentrazioni sufficienti per l’effetto farmacologico in alcuni tessuti, il raggiungimento di livelli biologicamente attivi nel tratto gastrointestinale sembra dimostrato negli animali e nell’uomo.
Alcuni studi hanno suggerito che la curcumina suscita effetti sistemici rilevanti per la chemioprevenzione del cancro nei tessuti epatici e mammari degli animali (7). Negli ultimi anni grandi progressi sono stati fatti anche negli studi sull’influenza che la curcumina, incapsulata, può esercitare nel corso del morbo di Alzheimer 2. La curcumina è già approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense. Gli effetti antivirali della curcumina sono stati osservati contro virus come quelli della stomatite vescicolare, della parainfluenza di tipo 3, dell’herpes simplex e il virus respiratorio sinciziale 8. Essa inoltre modula i processi di segnalazione intercellulare, essenziali per una replicazione efficiente del virus e limita la moltiplicazione virale interferendo con le fasi cruciali del loro ciclo di replicazione 9. La capacità della curcumina di modulare un’ampia gamma di bersagli molecolari che contribuiscono all’attaccamento e all’internalizzazione del virus in molti organi, la renderebbe un buon candidato per la gestione dell’infezione da coronavirus.
A cura di Filomena Nazzaro, Istituto di Scienze dell’Alimentazione Cnr
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