Ruolo della dieta all’epoca della pandemia

La componente “prebiotica” degli alimenti (in particolare vegetali), è rappresentata da composti non digeriti come fibre, amido, oligosaccaridi ecc., che subiscono, una volta ingeriti, un processo di fermentazione colonica da parte del microbiota intestinale. Tale fermentazione porta alla formazione di componenti bioattive con comprovate proprietà antinfiammatorie (es. SCFA, gli acidi grassi a corta catena) che rappresentano la maggiore fonte di energia per le cellule epiteliali del colon e sono di fondamentale importanza per il mantenimento dell’integrità della mucosa intestinale.

E’ noto infatti che la disbiosi intestinale – rappresentata da uno squilibrio delle popolazioni microbiche intestinali a favore dei potenziali patogeni – può determinare l’insorgenza di patologie innanzitutto intestinali. Il microbiota intestinale, attraverso la produzione di molecole bioattive, ha un ruolo fondamentale nel trofismo dell’epitelio che lo riveste, una barriera che regola sia i meccanismi di assorbimento dei nutrienti, sia l’insorgenza di processi infiammatori, e limita il passaggio di molecole tossiche e microrganismi. Inoltre le molecole prodotte dal microbiota intestinale regolano il sistema immunitario linfoide associato all’intestino determinando una risposta immunitaria fondamentale nella difesa dell’intero organismo.

La fibra alimentare quindi può positivamente influenzare il microbiota intestinale, promuovendo la crescita di microrganismi benefici e riducendo le popolazioni di potenziali patogeni, attenuando l’effetto di complicanze gastrointestinali segnalate anche nel caso dell’infezione da SARS-Cov-2.
Carciofi, cicoria, asparagi, lampascioni, cipolle, banane e cereali integrali sono i vegetali maggiormente ricchi in fibre prebiotiche – in particolare inulina, frutto-oligosaccaridi e betaglucani.


La benefica modulazione del microbiota intestinale può essere determinata oltre che dalle fibre prebiotiche anche dalla assunzione di microrganismi probiotici “microrganismi che si dimostrano in grado, una volta ingeriti in adeguate quantità, di esercitare funzioni benefiche per l’organismo”. I probiotici sono individui microbici selezionati per utili funzionalità in grado di raggiungere l’intestino e modulare le popolazioni microbiche residenti favorendo l’incremento di quelle benefiche a discapito dei potenziali patogeni. Inoltre i batteri probiotici stimolano la risposta immunitaria modulando i componenti del sistema immunitario intestinale che agiscono da mediatori nel processo infiammatorio. Numerosi ceppi probiotici sono disponibili in commercio in preparati a base di latte, prodotti fermentati o in formula disidratata. La loro efficacia è supportata da evidenze scientifiche verificate dagli organi competenti.
Quindi prebiotici e probiotici possono avere un ruolo nella immunomodulazione, in particolare nel caso della SARS-Cov-2 nei pazienti asintomatici o paucisintomatici, ma anche un ruolo diretto nel ridurre alcuni sintomi determinati dalle complicazioni delle patologie virali.

A cura di Paola Lavermicocca, Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari Cnr

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